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Plaxil 5: riuso e memoria dialogano insieme

Il paesaggio del campus Fantoni cambia in continuazione con l’acquisizione di nuove tecnologie e macchinari. Non tutto quello che diventa obsoleto, tuttavia, è cancellato ma ricontestualizzato in un nuovo insieme dove, tra macchinari e involucri edilizi, s’instaura un dialogo a più livelli.

 

 

Questo anche grazie all’impostazione architettonica data da Gino Valle tra il 1972 e il 2001, fortemente perseguita da Fantoni nel tempo e continuata anche con il recente lavoro dello Studio Valle dal 2014 a oggi.  I contenitori – forme geometriche primarie – si confrontano con il contenuto – macchinari, nastri trasportatori e condotti posti all’interno e al di fuori di essi – mantenendo un grado di autonomia formale ma intessendo un dialogo visivo grazie alla loro realizzazione con materiali industriali caratterizzati da finiture seriali dalla texture minimale. Come in una gigantesca natura morta cubista al vero, tubi, camini e condotti reticolari si sovrappongono a piani e volumi metallici rigati creando più piani in profondità e in altezza, mutando con la luce riflessa del sole, proiettandosi sul paesaggio montano di sfondo. Non vi è una regola assoluta per questa composizione-interpenetrazione, ma questo consente il cambiamento funzionale nel tempo, la stratificazione di segni diversi, la loro dinamica contrapposizione. Si viene a creare un paesaggio con più “figure” e superfici di sfondo che unifica l’intero campus.

La recente creazione del fabbricato produttivo Plaxil 8, contenente una grande pressa lineare per la produzione di pannelli in MDF, ha reso obsoleti molti macchinari esistenti ma ha anche unificato il campus Fantoni grazie alla creazione del Rack Sigmat. E’ questa una linea aerea di trasporto meccanizzato dei pannelli in MDF finiti che, partendo dal Plaxil 8, sorvola gli spazi tra strutture diverse e raggiunge i magazzini esistenti ricontestualizzandoli in una nuova gerarchia produttiva. Con il suo rivestimento in pannelli metallici nervati, Il Rack Sigmat è un nuovo edificio aereo, composto di tratti lineari e di blocchi centralizzati che si sovrappone ai magazzini esistenti e si affianca alla “cattedrale” del Plaxil 5, la struttura realizzata da Gino Valle nel 1985 con sezione ad arco acuto che copriva la prima pressa per la creazione dell’MDF acquisita da Fantoni e che, nel corso degli anni, è diventata l’icona principale del campus con il suo argenteo rivestimento curvato in lamiera ondulata.

Rimasta inutilizzata nell’ultimo triennio, la pressa multivano Pagnoni del Plaxil 5 avrebbe facilmente potuto essere smontata e demolita ma che cosa sarebbe rimasto nella navata “gotica” della “cattedrale” appositamente creata per ospitarla? Giovanni e Paolo Fantoni hanno deciso così di restaurare contenitore e contenuto lasciandoli come documento storico dell’azienda, ma affiancandoli con nuovi interventi produttivi negli spazi limitrofi. La storica pressa è stata ritinteggiata con i bracci diagonali che compattano i premipressa dipinti di rosso e si staglia come un totem sotto la sezione ad arco acuto il cui rivestimento in doghe metalliche è stato ripulito e ritinteggiato. L’insieme ha una forza iconica pari a quella del contenitore esterno e ben documenta un momento storico di crescita dell’azienda, in cui l’acquisizione delle tecniche di produzione dei pannelli di MDF affiancò quella dei mobili.

Nelle campate lineari che affiancano la “cattedrale” è stato allestito un nuovo magazzino meccanizzato con un basamento di putrelle seriali e binari su cui scorrono cataste di pannelli di MDF allineati e pronti per la levigatura finale. La struttura del solaio del lato occidentale, interessata dalla presenza in copertura del Rack Sigmat, è stata integrata da puntoni a rinforzo delle travi per sostenere il peso aggiuntivo superiore. E’ uno dei tanti interventi in carpenteria metallica ideati dall’Ing. Mario Gallinaro di MG Progetti, lo studio di strutturisti che ha affiancato la Fantoni e lo Studio Valle nella creazione di Plaxil 8 e molti altri interventi nel campus.

Oggi, sia all’interno sia sull’esterno del Plaxil 5, vecchio e nuovo, segno storico e riuso contemporaneo, si affacciano l’uno sull’altro. E’ un segno di continuità di una crescita all’insegna dell’innovazione produttiva abbinata alla qualità architettonica. E’ un segno di convivenza del vecchio con il nuovo, del riuso integrato alla comunicazione dell’identità aziendale.

Arch. Pietro Valle